SUL PII DI BELLARIA SENTENZA CHIARA: NON SI SAREBBE MAI DOVUTO COSTRUIR

Il punto fermo da cui partire per poter dare risposte concrete ai cittadini è finalmente stato messo: il Consiglio di Stato, con sentenze 293 e 294 del 25/01/2017, ha sancito in via definitiva la correttezza dell’annullamento parziale del PII di Bellaria.

Ed è proprio il tentativo di bloccare queste sentenze che aveva segnato, 23 mesi fa, l’inizio della crisi che si è poi conclusa con la caduta della precedente Amministrazione e il nuovo turno elettorale.

Far cadere il Sindaco non è un atto che abbiamo portato avanti con leggerezza, ma abbiamo creduto di dovere ai cittadini che ci avevano eletto la responsabilità di scelte anche difficili.

Su un tema fondamentale come la sicurezza abbiamo sempre pensato che non si potessero prendere accordi al ribasso come invece ci veniva chiesto dall’allora sindaco Zambon, ma che fosse indispensabile lasciare che la giustizia facesse il suo corso, chiarendo in modo definitivo la situazione.

È stato questo il nodo che ci ha portato a staccare la spina alla precedente Amministrazione: per poter portare avanti davvero gli interessi dei cittadini era necessario un cambio radicale di linea difensiva rispetto a quanto voluto dall’ex sindaco Zambon.

Abbiamo scelto di mantenere lo stesso avvocato perché cambiarlo avrebbe voluto dire aumentare i costi e dilatare ulteriormente i tempi, cosa che non potevamo permetterci considerando quanto questa diatriba sia già costata alla nostra Città in termini di denaro e di tempo perso.

I profili di illegittimità, come ha poi confermato la sentenza, erano evidenti e ben documentati e per vedere riconosciute le ragioni dell’Ente è stato sufficiente orientare la linea della difesa nella giusta direzione: l’interesse dei cittadini.

Le motivazioni della sentenza sono chiare: gli elementi a sostegno dell’illegittimità del PII non sono sopravvenuti in corso d’opera, ma “hanno interessato il suindicato Piano sin dall’origine”.

I fatti ci hanno quindi dato ragione: non si sarebbe mai dovuto costruire.

Da queste sentenze dobbiamo ora partire per dare finalmente risposte concrete alla Città, ma soprattutto alle persone che in quel quartiere abitano e che da troppi anni attendono di sapere come si chiuderà questa triste vicenda.